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giovedì 25 giugno 2009

FILICUDI. ORA SI PENSA A COME PROTEGGERE L'AREA ARCHEOLOGICA SOTTOMARINA


(Peppe Paino) «Ora c'è il percorso archeologico subacqueo da completare e va definita meglio la perimetrazione dell'area di Capo Graziano, dal punto di vista cartografico e della concreta visibilità ai natanti. A tal proposito stiamo studiando un sistema che consenta attraverso una cima e delle boe di segnalare e far capire al natante che quella è una zona interdetta». Queste le dichiarazioni del Soprintendente del Mare, prof. Sebastiano Tusa, profondo conoscitore dei tesori sommersi di Filicudi, tanto da aver avviato l'anno scorso, proprio nell'area dei relitti di Capo Graziano, il processo di salvaguardia e valorizzazione turistica affidandone i compiti di costudia ai diving dell'isola. Tusa nel dare merito proprio ai diving di aver segnalato ai Carabinieri e alla Soprintendenza del mare il tentativo di trafugamento delle cinque anfore del periodo greco-italico, prelevate dal relitto F e nascoste in attesa del prelievo, è quindi intenzionato a proteggere ulteriormente l'area e per questo chiederà presto il sostegno delle Capitaneria di Porto di Milazzo e Lipari.

3 commenti:

  1. la domanda è chi possiede l'attrezzatura e la capacità tecnica di scendere a 58 metri di profondità a Filicudi? la ricchiedda sicuramente no! uno meno.

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  2. in effetti non dev'essere così complicato scartarne molti..e il cerchio si riduce di molto..evidentemente c'è troppa poca voglia di giustizia però!

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  3. Uhm...e se...stavolta non fossero Filicudari? .................

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