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venerdì 20 marzo 2009

I MOTI EOLIANI DEL 1971. FILICUDI LIBERATA DAI MAFIOSI


Don Felice, 86 anni, pescatore di professione e forse anche per vocazione, sta issando le reti. E' l' alba del 26 maggio del 1971. Verso le sei del mattino, il mare, comincia ad incresparsi mentre, a nord, la sagoma d' un natante rumoroso e veloce, punta verso lo scalo di Filicudi. Fatto decisamente inusuale a quell' ora. Anche perché si tratta di un aliscafo e sul ponte di comando non fa sventolare il tricolore, ma lo stemma del comune di Lipari. Don Felice torna indietro e tocca il molo insieme a quella «freccia» della compagnia «Sas» da cui, stupito, vede sbarcare, sindaco in testa, tutti i trenta consiglieri comunali di Lipari che per la prima volta, nella storia politica del maggiore municipio eoliano, terranno una seduta consiliare fuori dal palazzo. Oggetto della convocazione: «I mafiosi a Filicudi». Sì, proprio così: i mafiosi a Filicudi. Il fatto è che il pomeriggio precedente, da Palermo, qualcuno aveva informato il sindaco dell' epoca, Francesco Vitale, che il ministero degli Interni, aveva deciso, alla chetichella, di spedire sull' isola, in soggiorno obbligato, quaranta mafiosi di grosso calibro. La telefonata giunta al primo cittadino, trova conferma proprio a Roma. «È vero: il governo guidato dall' onorevole Emilio Colombo, ha deciso di spedire a Filicudi quei mafiosi. Nelle Eolie vogliono insomma ripristinare il soggiorno obbligato». Avuta la conferma, per le Eolie inizia una pagina che, dai più, viene chiamata «I moti eoliani», qualcosa che fece affermare ai governanti nazionali e regionali: nelle Eolie si teme concretamente una rivolta che potrebbe essere sanguinosa. Lo recita un fonogramma del prefetto di allora, e aveva ragione: ogni sede di partito coprì il proprio simbolo con il vessillo delle isole, gli uffici chiusero dando il via ad uno sciopero generale che si protrarrà per cinque giorni.
Ritorniamo a quel 26 maggio del ‘71. All’unanimità il consiglio comunale non solo vota il no deciso ai mafiosi; ma decide «una dimostrazione pacifica, ma ferma». Si aspetta lo sbarco degli indesiderati. Sbarco, tra l’altro, in programma proprio per il giorno successivo così come fa sapere il maresciallo dei carabinieri della piccola stazione di Filicudi. Notizia questa che, nel giro di qualche ora, si conosce in tutto l' arcipelago. È l' inizio della vera lotta. Nelle altre isole, i volontari raccolgono vettovaglie da spedire a Filicudi per una eventuale resistenza da opporre alle forze dell' ordine che, si dice, «giungeranno da fuori per scortare quei delinquenti». Ma Filicudi, negli anni ' 70, aveva appena 400 abitanti, pochissimi per fronteggiare quello sbarco. «L' unica soluzione dice il sindaco è quella di trasportare le Eolie a Filicudi». Tra il 26 maggio e le prime luci del 27, sull' isola dal resto delle Lipari arriveranno a Filicudi almeno mille isolani. E, qualcuno di essi, anche armato. «Fu quella la ragione che ci spinse a spedire a Filicudi i poliziotti in assetto di guerra. Anche perché sapevamo che sull' isola si davano appuntamento estremisti di destra e sinistra». Lo racconta Virgilio Bonsignore, in quel periodo maggiore dei carabinieri oggi in pensione. E' il 27 maggio quando, di fronte a Filicudi, si avvicinano due mezzi da sbarco militari. A bordo, ma si saprà dopo, 57 poliziotti in assetto antisommossa. Non solo: su quei natanti, ammanettati, i 15 mafiosi. Funzionari e militari dissero che avevano bisogno di alloggio. Sull' isola nessuno era disposto a concederlo. Bivaccarono in un albergo in costruzione. Tutti insieme: poliziotti e presunti mafiosi. La gente continuava ad inveire. All' indomani un traghetto carico di carabinieri era di fronte all' isola, e dietro un altro ancora con mezzi da sbarco, idranti, camion. Tutto sembrava irreale. Anche perché, lo scopriranno dopo, a Filicudi mancava il porto, come sbarcare? Ma la gente ebbe paura e tornò alle proprie case: era stato un fatto vergognoso. Non appena la notizia si sparse in tutta Italia, il ministro degli Interni dovette ritirare il provvedimento. Era il 30 maggio del 1971: le Eolie ed in modo particolare Filicudi, furono liberate. - luigi barrica (repubblica)

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