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sabato 22 agosto 2009

FILICUDI, NUOVI REPERTI RIEMERGONO DAI PREZIOSI FONDALI

di Peppe Paino
Le correnti marine lo hanno disseppellito dalla sabbia, che continua a coprire fortunatamente anfore e il resto dei carichi dei relitti che giacciono fino a 75 metri, nei fondali di Capo Graziano. Si tratta di un particolare piattino di ceramica a vernice nera risalente alla metà del II secolo a.C. . E’ stato rinvenuto, perfettamente integro, da Gaetano Giuffrè, sub e custode del Museo Archeologico Bernabò Brea di Lipari nonché attento relatore della Soprintendenza del Mare di Palermo sullo stato dei fondali di quella particolare zona dell’isola. Luogo che, ricordiamo, su volontà del direttore della Soprintendenza del mare, Sebastiano Tusa, dall’anno scorso è un vero e proprio museo sottomarino con un percorso ben definito fino a 45 metri di profondità che attraverso il diving di Nino Terrano consente ai turisti di poter scoprire le meraviglie del sito. Giuffrè porterà il reperto al museo di Lipari per l’avvio di tutte quelle procedure che, come da prassi, serviranno nel prossimo futuro ad arricchire la già corposa collezione del primo piano del museo archeologico di Filicudi. Il piattino faceva parte del carico del relitto “ Roghi” che ha già “donato” alla fruizione pubblica ceppi d'ancora in piombo, decorati con delfini, astragali ed altri motivi a rilievo. Una delle navi, il relitto “ Roghi”, naufragate in cerca di rifugio dal maltempo, dopo l’impatto con la secca “ trappola” di Capo Graziano.

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