
Alle Eolie c'erano i collegamenti ed anche i posti letto. Ma i Liparoti in quel periodo si risvegliano dal letargo, iniziando a sospettare l'un dell'altro, pronti a denunziarsi per un tavolino in più messo in piazza, preoccupati di affittare anche le ex cisterne (che furbamente non sommano sui mq abitabili). Ed ogni sera sul corso, celebrano l'immancabile rito del lamento, sempre incentrato su collegamenti-turismo-politica. Eppure il piccolo isolano è orgoglioso, ma non so per cosa. Ha forse riqualificato Marina Lunga o ha sistemato il porto di Vulcano? Ha reso fruibili le poche spiagge o ha catturato i cani randagi? Ha messo dei fiori alla finestra o continua a buttare la spazzatura fuori dal cassone? Ha regolato/impedito il via vai delle navette per le mini-crociere quotidiane o ha messo delle boe numerate per i diportisti che buttano l'ancora in qualsiasi anfratto? Nulla, non ha fatto nulla di quei piccoli gesti che determinano il turismo nel suo complesso. E allora penso a Bartolino Leone quando pubblicò una breve sulla Gazzetta del Sud dal titolo: Eolie, la forza della natura. Le mete isolane, vengono scelte secondo il tipo di turismo che offrono, non perché le puoi raggiungere otto volte al giorno. E le Eolie malgrado vulcani, terme, cultura, non riescono a destagionalizzarsi. Non sarà poi un caso che la percentuale di villeggianti che ritorna negli alberghi delle nostre isole non supera il 24%, mentre è al 45% quella di chi va in affitto (il dato è ovviamente sulle case “ufficiali”). Da ottimista e amante delle Eolie, non vorrei che la luce che vedo in fondo al tunnel sia quella di un treno chiesto per “i collegamenti” e che sta piombando addosso agli isolani. Intanto la popolazione del continente continua ad essere sempre più attratta da chi fa turismo, anche se in isole con due collegamenti giornalieri!
Roberto Carnevale
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